lunedì 29 settembre 2008

FRANCESCO MORA, LUIGI RUGGIU (A CURA DI) - IDENTITÀ, DIFFERENZE, CONFLITTI


















Non esiste un luogo deputato né privilegiato della filosofia: in ogni luogo vi sono “dèi” come dice Eraclito, e questi si celano nei conflitti tra identità conclamate e differenze enfatizzate. Portare alla luce tali conflitti è oggi il compito della filosofia. A partire dunque dalla problematicità del rapporto differenze/identità nell’ottica teoretica del pluralismo e in quella politica di democrazia e conflitti, analizzandone l’aspetto di verità e relativismo, strettamente connesso alle questioni della vita, per concludere nelle immagini estetiche e nelle implicazioni di filosofia della cultura che i tre termini propongono, si è voluto mostrare la loro genesi non solo ontologica ma anche gli ambiti ove questi si attivano, con riferimento ai contesti plurali che caratterizzano la società e la cultura contemporanee. Come avere allora rispetto delle differenze senza sconfinare nell’irrazionalismo, nel particolarismo e nel relativismo giustificazionista? E come aprirsi alle nuove e diverse razionalità, senza tuttavia sacrificare la dignità e i diritti della persona? Sono queste le domanda affrontate e sintetizzate nel presente volume.

Luigi Ruggiu è ordinario di Storia della Filosofia presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia. Si è occupato della filosofia di Aristotele (Tempo coscienza e essere nella filosofia di Aristotele) di cui ha curato per questi tipi la nuova edizione della Fisica; di Parmenide, del rapporto tra filosofia ed economia e del problema della temporalità. Il suo interesse da tempo si concentra sullo studio della filosofia di Hegel.

Francesco Mora è ricercatore di Storia della Filosofia presso l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia. Si occupa del pensiero di Simmel (Principio reciprocità), della filosofia di Heidegger anche in riferimento ad Aristotele, del concetto di vita in Hegel. Attualmente si interessa del problema dell’uomo e del potere nella modernità.

Euro 26,00
isbn 9789788884836

MATTEO GIANNASI, FRANCESCA GUADALUPE MASI (A CURA DI) - IL PROBLEMA MENTE/CORPO. GENEALOGIA, MODELLI, PROSPETTIVE DI RICERCA


















Che relazione c’è tra la mente e il corpo? Questa domanda, inaggirabile oggi come agli albori dell’impresa filosofica e scientifica, è stata ripresa da diciassette giovani studiosi di filosofia appartenenti ad aree disciplinari diverse, in occasione di un Convegno tenutosi a Venezia nel 2006.
Ne è nato un confronto, arricchito dalle peculiarità metodologiche e
stilistiche di ognuno, su alcuni aspetti centrali della genealogia del problema,
sui suoi principali modelli interpretativi e sulle prospettive di ricerca inaugurate dalle indagini scientifiche degli ultimi decenni. I loro contributi sono stati raccolti in questo volume da Matteo Giannasi e Francesca Guadalupe Masi. Esso è destinato a studenti e studiosi di filosofia,
e in generale a chiunque cerchi una introduzione critica al problema
mente-corpo, che tenga conto delle sollecitazioni provenienti dalla ricerca filologica, storica e scientifica, oltre che filosofica in senso stretto.

Matteo Giannasi ha studiato a Bologna, Venezia e Berlino; è docente
a contratto di Storia della filosofia della scienza e collabora con la cattedra
di Filosofia Teoretica all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
È autore di studi su ontologia, fenomenologia ed etica.

Francesca Guadalupe Masi ha studiato a Venezia, Oxford, Cambridge
e Napoli; è stata assegnista di ricerca e collabora con la cattedra
di Storia della Filosofia Antica all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
È autrice di studi sulla metafisica, l’etica e la psicologia antiche.

Euro 23,00
isbn: 9788884836564

GIUSEPPE SANTONOCITO - L'ESPERIENZA ESTETICA. LA FENOMENOLOGIA DI HENRI MALDINEY


















prefazione di Daniele Goldoni
La nostra esistenza si fonda su un’esperienza estetica. Anche una sensazione apparentemente non importante, spiega Henri Maldiney, può aprire un orizzonte di senso grazie alla ricettività umana che è insieme attiva e passiva: “trans passibile”. Dal contatto sensibile preliminare dipende lo stile stesso della nostra esistenza. Questo contatto ha una sua logica immanente,
non riducibile agli oggetti della psicologia oggettiva, della fisiologia, delle categorie della rappresentazione. Esso è la modalità d’apertura, insieme
attiva e passiva, che accoglie, integra e trascende l’evento sensibile
nel quale il mondo si presenta. L’esperienza estetica si produce in ogni evento critico, ma è soprattutto nell’opera d’arte che l’aisthèsis manifesta la sua logica e si fa visibile, pur restando irriducibile a ogni spiegazione.
A contatto con l’arte, noi siamo come rapiti, proiettati all’interno di uno spazio e di un tempo che non produciamo, ma che co-nasce insieme a noi nell’evento dell’opera. Attraverso le opere, scrive Maldiney, ci riconosciamo testimoni di un’apertura all’essere di tutto ciò che ha luogo.
Nato a Meursault, 1912, Henri Maldiney oggi è considerato uno dei
maggiori filosofi francesi. I suoi contributi alla psichiatria e all’estetica sono il prodotto di un progetto filosofico vasto e originale, erede delle filosofie dell’esistenza di Heidegger e Binswanger, di “classici” reiterpretati, come Hölderlin e Schelling, delle intuizioni di Cézanne, di Klee, di Francis Ponge.

Giuseppe Santonocito è dottore di ricerca in Filosofia. Ha studiato a Venezia e Parigi, dove si è occupato del tema dell’esperienza estetica, confrontandosi con il pensiero di Heidegger e Maldiney e con l’opera di artisti come
John Cage. Attualmente collabora con la cattedra di Estetica dell’Università di Venezia e con la rivista Domus, rivolgendo le sue ricerche alla percezione dello spazio architettonico.

ELISABETTA BASSO - MICHEL FOUCAULT E LA DASEINSANALYSE. UN'INDAGINE METODOLOGICA



















Prefazione di Luigi Perissinotto
Come si giustifica la tematizzazione foucaultiana di un’“ermeneutica del soggetto” rispetto a quelle prospettive – archeologia e genealogia – mediante cui il filosofo sembrava aver chiuso definitivamente con qualsiasi forma
di ermeneutica e di soggettività? Per cercare di rispondere a tale questione, si è scelto di riflettere sulla metodologia inaugurata da Foucault attraverso la nozione di a priori storico. Il carattere diagnostico e non teoretico di tale concetto a valore eminentemente operativo-strumentale avvicinerebbe l’indagine foucaultiana della “configurazione” dei saperi al dispositivo trascendentale-analitico messo in atto dalla Daseinsanalyse per interrogare «dall’interno» le configurazioni psicopatologiche dell’esistenza.
È nell’intuizione metodologica che scaturisce dall’incontro del giovane Foucault con la speculazione binswangeriana, pertanto, che può essere ravvisata la “source” di una ricerca che, nonostante tutte le sue metamorfosi e i suoi apparenti mutamenti di direzione, non ha mai smesso di «studiare, nella loro storia, le forme di esperienza».


Elisabetta Basso (Bassano del Grappa, 1976) si è laureata in filosofia all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove ha inoltre conseguito
il Dottorato di ricerca, in co-tutela con l’Università di Paris-1, Sorbonne.
Le sue attuali ricerche vertono principalmente sulle problematiche
filosofico-epistemologiche legate alla storia del pensiero psichiatrico contemporaneo, in particolare in ambito francese.

Euro 20,00
isbn: 9788884836199

lunedì 22 settembre 2008

SEMI-FILOSOFICI, La città impossibile. Testi e pretesti urbani (a cura di Giuseppe Goisis)




La città impossibile raccoglie quindici brevi saggi che prendono le mosse da alcuni dei luoghi e degli spazi cittadini più comuni. Pensieri lenti, che si snodano e attraversano la città vecchia con le sue librerie e le sue vetrine, che si fermano ad un incrocio scrutando uno specchio convesso, riprendendo la via dopo aver attraversato le strisce pedonali. Sguardi attenti, che si posano sulla città come su un testo da leggere, guardandola dall’alto, dall’interno di una prigione o dall’interno di un videogioco. Voci, talvolta impertinenti, che a partire da suggestioni letterarie e filosofiche raccontano di una piazza, del teatro che vi si affaccia, della stazione, delle sue case e dei suoi alberghi.
È in una tale città, tanto impossibile quanto invivibile, perché fatta di parole e di idee, che si è azzardato un esercizio di libertà, nel tentativo e nell’impegno di una consapevolezza di ampio respiro.

mercoledì 7 novembre 2007